A SUA ECCELLENZA
• *
• 1 IL SIGNOR MARCHESE
D* ANGELO CAVALCANTI
SPETTABILE LUOGOTENENTE
DEL SUPREMO TRIBUNALE DELLA REGIA CAMERA
tee. 8cc. $cc.
SI meraviglierà per ventura V. E., che un uomo ignoto, quale
io mi fono, ardifea di fregiare col di lei Venera tiflimo Nome , e
prefentarle coraggiofameme un Libro , il quale non C è riputato
finora monumento degno , e proprio a decorare la Repubblica Letteraria . Ma io ferma-
mente confido nella di L«i benignità, che afcoltando i motivi, onde a ciò fare mi
iòno indotto , non Colo mi riputerà meritevole di perdono , ma in oltre, approverà la
mia rifoluzione , come difficile , per non dire imponibile , ad efeguirfi altramente .
11 coftume delle Dedicatorie nacque co’ Libri ; e inai non furono indiritte , che a
Personaggi conti , e ikmofi per Nobiltà , Merito , e Dottrina • prerogative , le quali
a dir vero formavano tre principali oggetti del fine . Originava dalla prima il favor
della protezione contro a taluni geoj disdegnofi , che tutto (ereditano per cofrume, anzi
che per forza di raziocinio . Produceva il fecondo belliffima opportunità di palelàr
gl' interni movimenti di un attira’ offequiofo , che non poteanfi reprimere fenza privare
di un dovendo tributo la gloria , acquiftata col capitale delle Virrìt . E rifultava dalla
terza la ficura prevenzione della utilità del Libro , che non farébbefi altramente accoko
da dn Ingegno dotato di fcelte cognizioni , e fopraffino Criterio .
• x La
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#( nr. )*
La Guida delle Università' di tutto il Regno di Napoli compolta
dal Dottor D. Lorenzo Cervellino , ed illuftrat* pofteriormente da tre Valent’
Uomini , avea bifogno indifpenlàbile di un Protettore , in cui fi foffero incontrate
le anzidette prerogative ; fpecialmente or che rivede per mezzo de’ mìci Torchi k
pubblica luce. Io non ho dovuto gfhn tempo maturarne la fcelta ; poiché immantinenti
mi fon veduto nell’ obbligo di ammirare nella Degnifftma Persona di V. E. il fingolar
concorfo delle prerogative medefime , che manifeftamente tralucono nel ■ di lei Animo
Grande . Bifogna che non fappia la Storia <T Italia , chi non ha piena contezza . delle
luminofe Cefta , per le quali tanto in guerra , che in pace ben era contraddiftinta fin
da’ principi del Secolo XIII. in Tofcana la Famiglia de’ CAVALCANTI. Nè può fenza
roffore ignorarti , che i Gloriosi Rampolli di eflà infiammati mai Tempre da una
eroica e vera virtù, fecero di fe ftelfi un generofo facrificio al pubblico bene, e di quelk
Nobiltà fi rendettero degni , che ha fondamento nella foda impreflion prodotta nelk
mente de’ Savj dalle giulle, utili , ed onefte operazioni : vana oilentazione ed immagi-
naria grandezza effendo quella, onde per lo più fon regalati dalla fortuna Uomini deboli,
fervi de’ proprj affetti, e nati per viver foltanto a loro medefimi. Quegli Eroi furono ,
ch’eternando il lorNome, per la ferie mai non interrotta di un’ antichiffiina e fplendida
Nobiltà tramandarono nelle vene di V. E. egualmente puro e Nobil Sangue, ed ereditar
le fecero una mente dominatrice , e un cuore pieno di quel maeftofo contegno , che la
rende da tutti intimamente amata e riverita .
Ma comecché grandemente conduce -alla morale formazione dell’ animo la gloria e
l’alta rinomanza degli Antenati, pur feppe V. E. contribuirvi colla propria virtuok
condotta , da cui le provvennero le idee più fublimi , e le migliori nozioni , che cofti-
tuifcono in Lei una generofità non affettata, una foftenutezza avvenente, una immovibil
coftanza , una perfpicacia antiveggente , ed una prudenza quanto grave , altrettanto invi-
diabile nelle imprefe più malagevoli . Nel colmo di quelle perfezioni fece la E. V. malfi-
mamente confiftere l’ afforbente del proprio merito , men perfetto riputandolo , fe dalle
ordinarie forgi ve derivato mai foffe ■ Di fatti fi vide sfavillare oltremodo fin da’ primi
tempi della di lei Avvocaz'u, nell' efercizio delk quale ammirò il Foro Napoletano
il vero e irreprenfibile Sacerdote della Giustizia , e l’infaticabil Coltivatore '
della Giureprudenza filofofica ed univerkle ; in guik che fra tanti , che nel tempo
Beffo fiorirono, a V. E. fokmente farebbe (lato adattabile l’elogio di preferenza fatto da
Cicerone a Sulpixio.
Quindi fo, che dopo aver giovato il Pubblico e co’ Configli legali , e colle Difefe
teoretico-forenfi , e cogli eloquenti fenfàtiffimi Difcorfi , fu dalla MAESTÀ’ DEL SO-
VRANO follevata con ottima fcelta all’onor della Toga, perchè aveffe un faggio, im-
parziale , dotto , e provvido Miniftro delk fua Potenza Legislativa ed Efecutricc . Non
ebbe Ella a durar fatica niuna per corrifpondere alle intenzioni , ed a’ difegni del ,
PRINCIPE, poiché vi fi trovava e per innato pendio, e per collume, e per illituzione
comodamente portata . Non menziono il rifallo , che dalla di Lei prefenza ricevette k
Vicaria Giuridizione delk Gran Corte: era quello un Tribunale troppo anguflo
per
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#( V. )*
p»r l'ampiezza de’ rari di Lei talenti. Dimoi! rò qual’ e quanta foflé la robudezza della
di Lei (àpienza nella ragguardevole carica di Consultore del Regno di Sicilia ,
del quale come fe avelie per lunghi anni ftudiate le Codituzioni ed Ufanze , fe ne fece
Vindice gelofo , e ne applicò gli ftabilimenti con tanta faciliti e prontezza , che
fernbrò a que’ Popoli, minuti difcernitori dell’Ottimo , di effer governati dal piò inten-
dente loro Concittadino . E vie meglio in (inatta opinione fi confermarono quando nel
difficile impegno della Vifita Generale videro 1’ E. V. cosi ben informata del fifico ,
economico, e politico della Nazione , che con giudiziolk franchezza (labiliva invariabili
norme fu’ pubblici e privati rapporti .
Non permife però la PROVVIDENZA, che noi gran tempo rimaneffimo privi del
di Lei utiliffimo Cimitero - Promoflà all’impiego di Caporuota del S.R.C. , e della
Regal Camera di S. Chiara, , provò ciafcuno con delle frequenti fperienze qual
vanta ggiofa unione fia quella di un nobil Cuore con una mente a gran dovizia illumi-
nata ; poiché nelle derilioni delle Caule private, nelle Confulte per ardui ed importanti
affari efpofte al SOVRANO, nel fodenere il decoro di quella parte, di Tribunale foggetta
alla di Lei prcfidenza , fi conobbe il grande de’ di lei fentimenti , il profondo della
penetrazione, e l’imperturbabile de'giudizj. Tanto l’E. V. operava mentre che foddisfar
dovea alla gelofa carica di Delegato della Regal Giuridizione , di cui per
difimpegnar l’ efercizio. non è fufficiente un folo , qualora trafcurar non fi vegliano le
parti piò intereflànti , Ma Ella con un portamento del tutto proprio ed originale ,
abolendo le. facilitò pregiudiziofe , (terminando, gl’intrighi deteftabili , e diligentemente
guardando i confini del Sacerdozio e dell’ I mpero, in breve andar di giorni richia-
mò quel Tribunale a,’ diritti e alle ingerenze della fua primiera idituzione , e fenza
offendere per genio riformatore le giufte e lecite *immunitò della Chìeià , fiutò nel loro
genuino afpetto i piò fodi principi della Pubblica Ragione.
Ma la DIVINA FORZA DEL MERITO fpinfe 1’ E. V. ad occupare fra il giro di
pochi giorni una Dignità , che per l’ordinario non fuol confeguirfi fe non dopo lungo e
tediolo feorrer di anni. Gl’intereffi del Regal Patrimonio richiedeano la fomma di
Lei abilitò nel Tribunal Supremo delle Finanze , Ivi fedendo gloriofamente da
Capo redimi la depreffa difciplina, rinvigorì la trafeurata offervanza degli Anefti , rior-
dinò la economia degl’ internili dicali , frappofe argini vigorofi alle ufurpazioni ed eforbi-
tanze, e rilevò dalle antiche anguftie le Università’ del Regno , le quali venerano
in V. E. il Supremo loro Tutore . Ma quel che maggiormente innalza il di Lei
merito ad eminentiffimo grado , fi è la vada dottrina ed erudizione , con, cui nel Tri-
bunale medefimo deciferando allo illante le piò inviluppate emergenze , maeffrevolmente
vi adatta le leggi, e le ragioni di effe; per- cui le di Lei giudicature non altramente che
le leggi fteffe veggonfi rifpettate ed efeguite.Ciò fa, che in Lei fi ammiri, il felice inge-
gno di Pa pini ano ; alle cui rifpode fi arrefe tutta 1’ Antichitò , e preferitte furono
da Teodosio il Giovine per ferme regole di giudicare nel Foro. Che s’i , Eccellen-
tissimo Signore : permetta la di lei moderazione , che io quanto a ragion fi diffe
di quel dottiffimo Magidrato, con egual ragione dica di Lei, effere veramente i' Afilo
del
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*( VI. )*
del Gius , e il Ttfoto della Dottrina Legale: mi non poffo non aggiugnere, che s’ incon-
tra nella E. V. una fcienza operofa , ed una cognizion perfetta di Storia, di Critica , di
Diplomatica , per cui niuno al venerando di Lei cofpetto a ragionar fi appreffa lenza
timore , e non ne ritorna lenza iftni2ioni utilillime .
Chi peri crederebbe , che unte feriofe occupazioni punto non la diftraggano dalle
altre Cure particolari , alle quali continuamente occorre con non dilli milc vigilanza nelle
Supreme Giunte degli Abusi da togliersi , dell’Annona .... ? Ma con
troppa temerai m’ innoltro nello immenfo pelago de’ di Lei pregi, che non poffono mai
lodarli abballanza , fenza offufcame lo fplendore, e cimentare la di lei modedia . Vengo
al mio propofito ; e dopo tutto ciò fupplicp V. E. a degnarli di giudicarmi . Da chi
meglio doveva io fperar valevole protezione per quell’ Opera , fe non dalle Angolari doti
che adomano la degniflima di Lei Perfona? A chi con maggior diritto doveali raccoman-
dare la Guida delle Università’, fe non a Lei, che t»’è Guida viva , parlante ,
làlutevole , e continua ? A chi confecrare un Libro , il l’oggetto di cui è un ramo
importante della giuridizion della Sommaria , fe non a Lei , che gloriofamente vi
prefiede , e per effetto di piena intelligenza può , ad efclufione di ogni altro , con piò
rifpettabile autorità commendarne il metodo , le notizie , e gli utili monumenti , che in
effo contengonfi ? A chi finalmente , fe non al Luminare della Dottrina Legale , che col
più fodo criterio difceroe dover?’ il Libro medefimo riputar necedàrio e profittevole
a chiunque deftdera veder meda in pratica in rapporto alle Civili Comunanze del Regno
la Gimtprudenxa Municipale ? Io dunque F offero coraggiólàmente al merito incomparabile
di V. E,; e fon ficuro, che l’accoglierà con quella benigna ed amorevol dolcezza, eh’ è
connaturale agli Animi Grandi. Altro io non ambifco , tranne l’onore di edere alcritto
nel numero de’ di Lei fervi . E preganti umilmente 1 ’ ALTISSIMO , che felicemente la
confervi al bene del Regno , alla gloria della Magistratura , al fodegno delle
Lettere , allo fplendore delia di Lei Famiglia , Le fo profondifftma riverenza , e
con fincer' offequio mi ripeto inviolabilmente,
Pi V. E,
Napoli 15. Decembre 1776.
Umili/s, Divotifs. Servitore QJJervantifs.
Vincenzo Manfredi .
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